martedì 31 agosto 2010

DA LAGO SANTO PARMENSE A PASSO DUE SANTI

Inizio sentiero per Passo Due Santi
Bocchetta dell'Orsaro
Monte Orsaro
Cima del monte Orsaro (1831)

Poco, pochissimo da dire, solo immagini e sensazioni, è stato un "viaggio" bellissimo.
Dal Rifugio Mariotti ho ripreso quota fino alla sella del monte Marmagna e poi, fra nebbia spaccata dal vento ed improvvise finestre sul golfo di La Spezia, ho camminato su un'altro crinale fantastico con altre cime importanti e bellissime fra cui quella del monte Orsaro, ultima montagna prima di scendere verso il passo della Cisa.
Monte Tavola, Corno, Fontanini e alla fine una sterrata fra prati e pascoli con dolcezza mi ha portato all'asfalto della Cisa.
Una breve sosta oer la birra e subito, di fianco alla chiesa ho ripreso a salire.
Questa tappa non mi piace, non ha veramente e geograficamente senso, si lascia il passo della Cisa per arrivare ad un passo dove non c'è niente.... infatti alla Fontana Gilenta torno indietro ed al passo del Brattello mi fermo, ceno e aspetto mia moglie che pazientemente viene sempre a recuperarmi, ovunque io vada a finire, è il mio "RESCUE".

DA PASSO DI PRADARENA A LAGO SANTO PARMENSE


LAGO SANTO PARMENSE


Copio fedelemente la Guida GEA:

" Si attraversa quindi la strada che collega Ligonchio (RE) con Sillano (LU), per prendere uno stradello che, scendendo leggermente, conduce al Passo di Cavorsella (1511 m). Lo si abbandona per proseguire sulla sinistra verso il Monte Ischia (1727 m), che si aggira, e il Monte Scalocchi (1726 m).
Sul versante toscano il panorama è dominato ad ovest dalle profonde ed incassate valli trasversali del fiume Serchio di Sillano e dei suoi affluenti, a nord dalla valle di Belfiore sul cui fondo scorre il torrente Riarbero.
Il sentiero prosegue mantenendosi in quota, in direzione della Cima Belfiore (1810 m) che si aggira sulla destra e per il Monte La Nuda (1895 m). Anche da questo ennesimo balcone naturale nelle giornate più limpide si può spaziare dalle Alpi al lontano Monte Amiata. Dal Monte La Nuda si scende ripidamente per il bellissimo e selvaggio Vallone dell'Inferno fino alla strada che collega il Passo del Cerreto (1261 m), raggiungibile sulla sinistra, con la località Cerreto Laghi, sede di un antico ospitale di cui non esistono più tracce.


La partenza dal Cerreto avviene sempre con un poco di reticenza, lascio la civiltà per tornare verso la solitudine e la fatica... ma appena inserito nella bellezza e grandiosità delle montagne, passa tutta la voglia di "benessere" per tornare felicemente alle privazioni ed al rumore dei propri pensieri.
Salgo verso l'Alpe Succiso che tengo sulla destra attraversando il passo di Pietratagliata, scendo nella valle dei Ghiaccioni fra l'Alpe Succiso ed il monte Alto. il lago di Monteacuto mi fa da ingresso al magnifico rifugio Cai Città di Sarzana.
Un susseguirsi di laghi, Paduli, Squincio, Scuro, Verdarolo e tanti altri minori mi conducono alla stazione sciistica di Prato Spilla.

Davanti all'Hotel Prato Spilla salgo lungo la pista, tenendo la destra e poco più in alto prendo la pista Canalino, sono sul sentiero Cai705.
Dopo il piccolo lago Martini, finalmente, torno al sentiero di crinale, il magnifico sentiero 00.
Tutto in crinale su montagne nude attraverso il Bragalata (1835), Sillara (1861), Nagutto (1780), Paitino (1815), Matto (1837), Brusà (1796), Aquila (1780)... lette così sembrerebbe facile ma è un continuo saliscendi a volte nella nebbia poi finalmente il sole mi accompagna fino al lago Santo Parmense dove trovo il mondo.
Centinaia di persone che salgono verso il Marmagna, che cercano funghi, attorno ad un rifugio bellissimo:
Il Rifugio Mariotti.
Non esiste la possibilità di parlare con i gestori, si accavallano i turni per mangiare, entrano ed escono persone per ordinare panini, bibite...
Resto in disparte ad asciugare le scarpe fino alle 18.
La seggiovia termina il servizio e la gente piano piano se ne va, entro nel rifugio e Michela mi accompagna alla camera, scendo e finalmente parlo con Marcello che mi aggiorna sul percorso di domani.
A cena mangiamo tutti insieme e qui conosco anche Marzia, la ex titolare, ora il rifugio lo gestiscono Michela e Marcello, è una vera donna di montagna, definire un essere umano "di montagna", per me, significa trovarsi a parlare con una persona che dice le tue stesse frasi, pensa ed agisce come te, plasmato dalla durezza della montagna, persone originali, una diversa dall'altra ma intimamente simili, come fratelli.

lunedì 23 agosto 2010

Foto sulla GEA di Antonio Iaccarino Idelson

Marmotta
Saturnia
Le bellissime Apuane

Franco Zammarchi da Rimini a Compostela
fotografato al Rifugio Battisti
Lago Scaffaiolo
Monte Cusna
Buco nella nebbia
Bivacco

Queste sono le foto di Antonio che con Daniela camminavano sul sentiero GEA, spesso non basta un ciao, ci si ferma, si parla, ci si conosce e si danno e ricevono consigli e informazioni, poi, a casa ci ricordiamo di quei fugaci incontri e spesso si resta amici per sempre.

giovedì 19 agosto 2010

Grafici del 5 e 6 agosto


la traccia rossa è relativa al cardio frequenzimetro, quella verde alla velocità.
Nel caso del 5/8 abbiamo...
Km 17,3
Totale dislivello in salita 1.185 metri
Velocità media 4,6 km/h che corrisponde a un km in 13:10 minuti.

Dal holter metabolico del 5/8 abbiamo...
Dispendio energetico totale kcal 3.636
Passi 25.971
Attività fisica 8 ore 25 min.
Sonno 4 ore 58 min
Sdraiato 6 ore 20 min.

Questi sono i dati che giornalmente registro durante il cammino, oltre alla traccia con il GPS.

martedì 17 agosto 2010

PASSO PRADARENA

Passaggio di cresta
Daniela e Antonio, da Roma
Passo del Terzino
Laura, Rosemarie ed Agostino, sul monte Prado

15 agosto

Dopo un giorno di sosta forzata a causa del maltempo, sono ripartito per il sentiero, una bella carrareccia mi ha portato in quota, ma la nebbia fittissima non mi fa vedere il Lago Nero, supero il Passo di Annibale e penso che ha avuto coraggio a transitare da qui con gli elefanti, incontro Daniela e Antonio, mi fermo a parlare con loro, il vento è fortissimo e così la nebbia, arrivo al Lago Santo Modenese alle 15,30, dopo 7 ore di niente, nessun panorama, freddo e con i piedi bagnati.
Al rifugio Al Giovo pranzo con la compagnia di Federico un bimbo viareggino amante della Vespa e della BMW, poi mi rifugio in camera, speriamo che domani il tempo sia migliore, voglio il sole, voglio sudare, voglio vedere le Apuane

16 agosto

Partito dal Lago Santo alle 9 con un tempo che non prometteva nulla di buono e così è stato, una continua nebbia accompagnata da un vento fortissimo mi hanno accompagnato fino quasi a San Pellegrino in Alpe, dire cosa ho visto è pura follia, ho percepito le ascese e le discese, al Passo del Terzino ho preso un sentiero che mi ha fatto perdere circa 150 metri di dislivello, sono tornato indietro e con una visibilità migliore ho visto l’indicazione giusta che mi ha riportato sul crinale, nel vento e nella nebbia.
A San Pellegrino in Alpe ho alloggiato all’albergo Appennino.

17 agosto

Partito alle 7 mi sono diretto al passo delle Forbici dove ho incontrato Laura, Rosemarie ed Agostino, amici miei della Garfagnana che sono venuti a camminare con me.
E’ stata una giornata identica a quella di ieri, con nebbia e vento.
Ho fatto per la prima volta questa tratta che verrà messa nella nuova edizione del libro della GEA.
Monte Cella, monte Vecchio e monte Prado, una sequenza di cime intorno ai 2000 metri con il Prado a 2054.
La discesa un poco ripida e pietrosa mette a dura prova le giunture ma finalmente io ed Agostino arriviamo al Passo Pradarena, dopo cinque minuti…. Esce il sole!

venerdì 13 agosto 2010

ABETONE

Dante ed Elena - Amici in quota






11 agosto

Da Montepiano, insieme a Lucilla, Egle, Stefano e Riccardo abbiamo preso il sentiero fino all’Alpe di Cavarzano, loro sono scesi verso Punta di Petto ed io ho continuato per la mia GEA, ho superato il Rifugio Pacini senza fermarmi, ma consiglio una sosta e magari dormirci… perché arrivato a Cascina Spedaletto non ho trovato dove alloggiare.
Ho continuato a camminare fino al Passo della Collina, qui si incrocia una strada asfaltata che collega Pistoia a Porretta, ho preso sulla destra e sono sceso a Pracchia.
Qui esiste una comodissima struttura gestita dalla GEA, una scuola elementare dismessa che ha tantissimi posti letto e la possibilità di farsi da mangiare..

12 agosto

Partenza da Pracchia lungo un crinale che piano piano diventa un sentiero aperto, su terreno nudo con panorami aperti e la consapevolezza di ben vedere dove si sta andando, un susseguirsi di piccole cime collegate fra loro.
Un’ultima faticosissima salita al passo dello Strofinatoio con il Monte Corno alle Scale sulla destra ed il sentiero che dolcemente ( siamo costantemente su quota 1800 metri ) mi porta direttamente allo stupendo Rifugio Duca degli Abruzzi.
Cena e pernottamento in compagnia di Dante ed Elena, il saluto al francese Stephane che ha continuato verso l’Abetone.

13 agosto

Dopo una bella colazione e aver abbracciato Dante e Elena mi incammino sul crinale avvolto dalla nebbia, il temporale sapevo che sarebbe arrivato ma non di quell’intensità: tuoni, fulmini, grandine, nebbia, vento… insomma se non ero ben protetto non so come avrei potuto proseguire.
Verso la Cima dei Tauffi, per mia fortuna è uscito il sole e la salita fra roccia è stata facile, i prati del Libro Aperto ed il monte Cimone tuttavia non ho potuto fotografali per la pioggia sottile ma incessante che mi ha accompagnato fino alla strada forestale che mi ha condotto a Boscolungo.
Su nella piazza di Abetone ho incontrato Stephane, giunto anche lui a destinazione che tuttavia ha terminato il suo viaggio, ma ci terremo in contatto per trekking futuri.
Sono alloggiato all’Ostello della Gioventù, sono giovane anch’io, giovane dentro.

martedì 10 agosto 2010

MONTEPIANO


9 agosto

Ho preso pausa qui al Passo della Futa, presso il Camping La Futa, piazzata la mia tenda ho provveduto a lavare TUTTO.
Ho iniziato e finito il libro di Georges Simenon “ Maigret e l’uomo della panchina”… bello.

10 agosto

Alle 07,50 ho ripreso il cammino, prima una strada dismessa di crinale, poi un bellissimo faggeto sempre sul crinale, infine un’enorme abetaia mi hanno portato in quattro ore a Montepiano, il libro della GEA lo dava in 6 ore e 15! Bisogna rivedere un poco questi dati, non sono andato assolutamente alla mia maniera, solo un poco più piano.
Arrivato a Montepiano dopo un paio di ore ho incontrato Stephane, un ragazzo francese che mi ha detto essere partito dal Camping La Futa alle 9 ed è arrivato a Montepiano alle 16 e che il tragitto è stato faticosissimo!!!!!!
Ma allora sono forte io? Oppure era lui poco allenato? Ha preso l’autobus per le Piastre ed arriva al Lago Scaffaiolo dalle Piastre lungo il sentiero…. Scommetto che lo riprendo!

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

“ Non esiste il cattivo tempo,
Esiste solo il buon abbigliamento,
Io uso SALEWA.

Sono gommato GRONELL

Il mio carburante è SPORT-FIT LOACKER

Sono attrezzato FERRINO…

E chi mi ferma più?

domenica 8 agosto 2010

PASSO DELLA FUTA




Dormito e mangiato benissimo dalla cara Sonia al passo del Giogo, stamattina sono partito per la nuova tappa fresco e forte, arrivato all'Osteria Bruciata mi sono sentito con Stefano che stava camminando verso di me insieme a Grazia, Lucilla e Riccardo, ma mi sono perso ed ho dovuto risalire un bosco pensando di dirigermi verso la direzione giusta... dopo poco ho ritrovato il segnavia e qui ho avuto la sorpresa di incontrare Tamara e Giuly.... erano venuti sul sentiero a cercarmi!!!
Tamara e Giuly sono vecchi amici che sono venuti a trovarmi anche nel 2008, a Casaglia.
Una sorpresa bellissima ingrandita dal fatto che Stefano e gli altri erano davanti a noi dopo poco.
Una bella birra al Passo della Futa ed un caloroso abbraccio quando se ne sono tornati nelle rispettive città.
Ora sono al Camping della Futa, aspetto la pizza, domani arriverà mia moglie con un altro paio di scarpe, sono stato imprudente a portarne un paio sgangherate? No, è stata una mia
furbizia per poterla rivedere!!!








Stefano, Manfredi, Tamara, Grazia, Lucilla, Giuly e accosciato Riccardo

sabato 7 agosto 2010

GIOGO DI SCARPERIA

















Lavaggio biancheria al
Rifugio il Faggino



















Gli amici equestri al
Rifugio Fontanelle

















Santuario La Verna



















Esco dal buio


4 agosto

Alle 7 mi sono svegliato ed alle 8 ho ripreso il cammino, ho superato Chiusi della Verna, sono salito al santuario e poi ho ripreso il cammino con due bei panini con la mortadella.
Sapevo che la tappa sarebbe stata lunga ma non immaginavo di metterci così tanto… sono arrivato a Badia Prataglia alle ore 19, dopo dodici ore di cammino e soste.
Alloggio alla Pensione Giardino dove ero stato nel maggio 2008, si mangia bene e i gestori sono gentilissimi, è un posto tappa GEA e Gianfranco Bracci ha scelto proprio bene.
Durante il cammino ho riscontrato alcune inesattezze sulla descrizione della GEA e sarà mia cura far apportare le necessarie modifiche in modo che la nuova guida sarà aggiornata perfettamente.
Non lo ho ancora detto? Il mio viaggio oltre che darmi il piacere del cammino servirà a rivedere e correggere le informazioni che saranno utilissime a chi percorrerà la GEA, a breve uscirà la nuova edizione del Sentiero GEA edito dalla Regione Toscana ed io avrò dato un valido contributo..

Allora domani il meteo prevede temporali? Cammino bagnato… cammino fortunato!

5 agosto

Non riesco a dormire bene… sarà la troppa stanchezza? Stamani a Badia ho incontrato di nuovo Sonia e Gianfranco di Cesena, ieri ci siamo incontrati sul sentiero, mi hanno dato uno strappo fino fuori paese e mi hanno fatto risparmiare una salita nel fango… grazie!

Al passo Calla ho ritrovato Antonello e Nino che gestiscono il bar ristorante I Faggi, ho pranzato con loro ed ho aspettato che finisse il temporale, poi alle 17 ho ripreso il cammino nel fango, tre rifugi in zona tutti e tre chiusi! Ma finalmente sono arrivato al rifugio Fontanelle dove Elvio e Giovanna mi hanno aggregato ad un gruppo equestre fantastico: Francesco, Francesco, Marco, Andrea, Giampiero, Aristide (con la sua Bernarda), Antonello e Anna, questi ultimi due facenti funzione di cuochi.
Una bella serata con una compagnia meravigliosa..

6 agosto

Ho dormito benissimo e alle 8.30 salutati gli amici ho ripreso il cammino, molto difficile, fango e piante bagnate in un susseguirsi di saliscendi fino al Passo del Muraglione, una birra ed un piatto di salumi e formaggio mi hanno dato la spinta a proseguire ma non sono riuscito ad arrivare alla Colla di Casaglia, alloggio nel Rifugio il Faggino (996 m.) una baracca attrezzata per chi vuole mangiare nel bosco ma per terra ci sto bene e la porta si chiude dall’interno, domani Giogo di Scarperia, signor rifugio dove potrò lavarmi, nutrirmi e riposare da essere civile… ma qui non si sta male. Buonanotte.

7 agosto

Tappa breve, una birra alla Colla di Casaglia e di nuovo in cammino in una strada bianca con pochissimo dislivello, quando ero nei paraggi del Giogo ho incontrato una coppia che voleva scendere alla Badia di Moscheta e non sapeva come arrivarci, sono sceso con loro fin quando ho capito che potevano proseguire da soli e sono risalito sul mio sentiero.
Al Giogo c’è un ristorante albergo, sono entrato ed ho chiesto di Sonia, (vedi Guya Trekking 2008), mi ha riconosciuto e mi ha dato la stessa camera, la n.1.… Sonia sei speciale, anzi super speciale!
Domani Passo della Futa dove pare non ci sia struttura che possa ospitare, non c’è problema io dormo nelle baracche!
Errata corrige: al passo della Futa c’è il Camping La Futa Lo Stale e l’albergo ristorante Passo della Futa, inoltre a due km l’albergo Jolanda.
Mi ha telefonato Stefano, domattina mi viene incontro con Lucilla… amici dal trekking L’Anello del Rinascimento (10 maggio 2009) e La Via del Ferro effettuata all’Isola d’Elba nell’aprile di quest’anno.
Bene, benissimo, mi fa molto piacere incontrare gli amici! Anche Agostino mi verrà a trovare verso San Pellegrino in Alpe, la prossima settimana.
Al Passo della Futa farò una sosta di un giorno ripartendo il giorno 9.


mercoledì 4 agosto 2010

BADIA PRATAGLIA


Gli amici scouts
duro giaciglio

No, sono arrivato all’Eremo della Casella e qui ho trovato due gruppi di scouts:
Lugo 1 - Squadriglia Tigri composta da Edoardo, Davide, Luca, Simone, Emanuele e Dario
Pistoia 1 - Squadriglia Delfini composta da Francesca, Barbara, Sofia, Arianna e Francesca.

Mi sono sistemato in una stanza, nella nuda pietra, ho messo lo stuoino, poi ho aggiunto la tenda… ma ho dormito malissimo e pochissimo, i ragazzi al piano di sopra cantavano e facevano baccano ma intanto io non riuscivo a dormire per la durezza del giaciglio, loro si sono addormentati verso mezzanotte, io ho continuato a girarmi da una parte all’altra.
Alle 7 mi sono svegliato ed alle 8 ho ripreso il cammino, ho superato Chiusi della Verna, sono salito al santuario e poi ho ripreso il cammino con due bei panini con la mortadella.
Sapevo che la tappa sarebbe stata lunga ma non immaginavo di metterci così tanto… sono arrivato a Badia Prataglia alle ore 19, dopo dodici ore di cammino e soste.
Alloggio alla Pensione Giardino dove ero stato nel maggio 2008, si mangia bene e i gestori sono gentilissimi, è un posto tappa GEA e Gianfranco Bracci ha scelto proprio bene.
Durante il cammino ho riscontrato alcune inesattezze sulla descrizione della GEA e sarà mia cura far apportare le necessarie modifiche in modo che la nuova guida sarà aggiornata perfettamente.
Non lo ho ancora detto? Il mio viaggio oltre che darmi il piacere del cammino servirà a rivedere e correggere le informazioni che saranno utilissime a chi percorrerà la GEA, a breve uscirà la nuova edizione del Sentiero GEA edito dalla Regione Toscana ed io avrò dato un valido contributo..

Allora domani il meteo prevede temporali? Cammino bagnato… cammino fortunato!

martedì 3 agosto 2010

Bocca Trabaria - Lama

Moreno e Manfredi
Ristorante il Rifugio - Lama di Caprese Michelangelo
La Valtiberina


2 agosto 2010

Appena sono arrivato ad Arezzo ho trovato alla stazione Moreno, non mi ricordavo più che giorni fa mi aveva prospettato la sua intenzione di accompagnarmi alla partenza della GEA… e cos+ siamo andati con la sua macchina a Bocca Trabaria.
Ho cominciato a camminare alle 12,58 in direzione di passo Viamaggio, lui è andato con la macchina fino al passo e mi è venuto incontro. Al Pian delle Capanne c’è stato l’incontro e insieme siamo arrivati a destinazione,
La GEA in questa prima tappa è un sentiero di crinale, molto facile e panoramico, sempre al fresco, in un susseguirsi di boschi di faggio con panorami vastissimi.
Al Passo >Viamaggio ho trovato ospitalità presso il ristorante albergo Imperatore.
Domattina un salto a Cerbaiolo, a ritrovare suor Chiara e poi Pieve di Santo Stefano e Chiusi della Verna dove mi fermerò per ripartire il giorno dopo per raggiungere Badia Prataglia..
Fa molto caldo ma finora il sentiero è stato ombreggiato e pare che da domani le temperature si abbasseranno……. Speriamo..

3 agosto

Dopo colazione, alle 8 circa ho ripreso il cammino, a pochi metri dall’eremo ho incontrato “3E”: Elena, Enrico ed Enea, tre camminatori sul sentiero che va ad Assisi, venivano da Pieve Santo Stefano e da loro ho appreso che suor Chiara ci ha lasciati nello scorso aprile.
Sono arrivato all’Eremo di Cerbaiolo ed ho fatto subito visita a Chiara che riposa nel piccolo cimitero dell’eremo, poi ho conosciuto Francesco e la nipote di suor Chiara, Maria Grazia.
E’ sempre un luogo magico, un posto dove si sente la vera pace e la spiritualità, ci ritornerò il prossimo anno per dare il mio modesto aiuto alla conservazione di questo luogo sacro e benedetto.
Verso le 10 ho ripreso il cammino, superato Pieve Santo Stefano ho preso a salire fino al Poggio Gavarone, un dislivello di 240 metri molto faticoso per la pioggia che mi ha sorpreso all’inizio della salita, Caprese Michelangelo ed infine la frazione di Lama dove sono giunto alle 15... Meritandomi solo un piatto freddo, ma comunque molto ricco e sostanzioso.
Stasera spero di arrivare a Chiusi della Verna e poter riposare finalmente.

venerdì 30 luglio 2010

Dal mio viaggio del 2008 - Lungo il sentiero GEA verso sud


24 maggio

Saluti e abbracci a Nadia e Sergio e via verso sud, verso una tappa apparentemente facile se non fosse per una stupida distrazione che mi porta inspiegabilmente sul sentiero 34, telefonate a Tamara e Alessandro, quindi dietrofront fino alla partenza di due ore prima e questa volta prendo bene la mira e vado avanti fino ad un capanno di cacciatori molto ben attrezzato, mi fermo, mangio e….. riparto senza la macchina fotografica!!! Me ne accorgo dopo oltre un’ora, lascio lo zaino ben nascosto e torno al capanno.
Quando arrivo allo zaino ho perso altre tre ore!!!
Arrivo al Passo Muraglione, al bar mi scolo due birre con pane e formaggio, quindi scendo in un prato e monto la tenda, verso le 22 sono nel sacco a pelo che cerco di dormire.
25 maggio

Non aspetto l’apertura del bar, faccio il test dei sei minuti al punto 8 e via verso Passo la Calla, stamani vado benissimo, non ho soste, incontro gente, si sa che durante le feste tutti vanno in montagna, mi presento, dico quello che sto facendo, distribuisco biglietti da visita, incontro un fungaiolo e ballerino di liscio: Giuliano Betti di Bertinoro (Forlì), simpatico e cordiale, mi promette un cd, me lo spedirà a casa, perfetto!!!
Nelle Foreste Casentinesi poi è un susseguirsi di incontri, la Famiglia Campomaggi e Severi, una coppia, un gruppo di amici.
Attraversare le foreste Casentinesi è semplicemente magico, non ho abbastanza aggettivi per descrivere l’emozione che ti da essere parte di questa natura, i faggi si susseguono come fossero persone che ti aspettano e tu sei felice di essere atteso, guardato, salutato, vorresti abbracciarli tutti, appoggio la fronte sudata in un tronco enorme e lo bacio due volte.
A pochi chilometri da Badia Prataglia incontro Gerard, un ragazzone olandese di almeno due metri, proseguiamo insieme e andiamo nello stesso albergo, il Giardino, mangiamo veramente bene, genuino.
La signora Lia, molto simpatica, (non per niente romagnola) mi racconta del suo cane, praticamente non la smette di raccontarmi tutto quello che questo cagnetto ha combinato, riesco finalmente a chiudere la conversazione perché voglio scrivere queste mie memorie finché sono vive nella mia mente, poi tornerò da lei, perché io amo ascoltare la gente, ma dopo, dopo le mie memorie please!

Comunque oggi sono stato fortissimo, ho macinato oltre 35 km in dieci ore, soste e chiacchierate comprese, stasera mi regalerò anche una birra doppio malto e poi a nanna.
26 maggio

Sicuramente oggi ho avuto una grandissima idea, abbandonare Gerard al suo destino, si, perché io credo molto in me stesso, credo che da solo, senza interventi esterni il mio agire diviene magico ed imprevedibile.
Probabilmente sentivo che qualcosa non andava con questo compagno trovato sul sentiero, quel qualcosa non era altro che l’impossibilità di agire d’istinto.
Sono così partito lasciandogli un biglietto nello scadentissimo inglese che conosco, ho attraversato Badia Prataglia sul sentiero GEA fino alla segheria, in quel punto il sentiero indicava di entrare nel bosco per arrivare a Passo Mandrioli, lasciato l’asfalto mi sono finalmente trovato nell’ambiente a me più congeniale; oggi fra gli alberi si stava benissimo, un poco meno allo scoperto, penso che in certi punti avremmo toccato sicuramente i trenta gradi.
Un susseguirsi di salite e discese, fatte con un buon ritmo fino a Chiusi della Verna, graziosissimo paese, quasi perfetto, ordinato, pulito, curato nei particolari, abitato da gente cordiale.
Qui, seguendo i consigli di un contadino ho preso per La Rocca, sentiero 44 e….. mi sono perso, tuttavia io ho sempre asserito che è bello perdersi e qui, ora, posso dimostrarne il perché..
Sono capitato a Pietra, una piccolissima frazione composta per lo più da case diroccate o disabitate.
Mentre cercavo di capire dove mi trovavo è giunto un fuoristrada con a bordo un tizio barbuto, inizialmente direi sbrigativo e vago, poi, improvvisamente cordiale ed ospitale.
Alla sua offerta di un bicchiere di vino, ho accettato prontamente, non mi sono seduto sulla sedia sgangherata che lui ha fortemente affermato essere la sua, ma su una sedia decisamente molto più nuova, ho bevuto il suo coctail composto da; the, limone, campari e vino bianco ed abbiamo parlato. Vedere l’interesse negli occhi di chi ti ascolta e percepirne la condivisione, è un grande regalo che solo le persone intelligenti e buone sanno darti.
Il suo nome è Boris, insegna grafica all’Università di Firenze, un tedesco che parla molto bene l’italiano, una persona eccezionale, non dirò tutto quello che ci siamo detti ma certamente un bellissimo incontro, sono felice di aver seguito il mio istinto, sono felice di aver conosciuto Boris.
Buona fortuna amico, e che la solitudine e la pace sia sempre con te.
Solo ora mi accorgo, essendo entrato nella spiritualità, di non aver parlato dell’Eremo di Camaldoli, quello che tutti vedono e che tutti provano l’ho visto e provato anch’io, sicuramente, ma c’era troppa gente, troppo chiasso, bambini, sigarette, telefonini, profumi e gioielli, belle donne e parole, parole che ti avvolgevano e ti soffocavano.
Quello che ho potuto percepire me lo sono conquistato: Dom Adelelmo, con la sua mania di vendere nel botteghino oggetti per poi mandare il ricavato alle missioni, Dom Osvaldo, genio dell’informatica, ha informatizzato tutta l’antica biblioteca e pare che sia richiesto spesso altrove per risolvere problemi sulla rete!!!
Infine il frate meccanico incaricato di far funzionare le innumerevoli turbine ad acqua disseminate ovunque scorra il prezioso elemento, questo geniale frate inoltre costruisce organi, addirittura con canne e cassette ( le cassette sono una parte fondamentale per il suono) in legno!!! E suona divinamente.
Questi frati dividono la giornata in tre parti:
Otto ore per riposo e cura personale, otto ore per lavoro continuo ed altre otto ore per preghiera e studio, ora se si pensa che le liturgie durano circa tre ore, le altre cinque, per tutti i santi giorni, sono dedicate allo studio ed alla meditazione. Posso affermare di essermi trovato di fronte a veri pozzi di scienza, altro che fraticelli!!!!
Torniamo al momento in cui ho salutato Boris; prendo il sentiero 47, del resto era il sentiero del mio anno di nascita, non poteva tradirmi e non mi ha tradito: fra sali e scendi in colline piene di papaveri sono arrivato ad una strada asfaltata, il cartello stradale indicava: Pieve S. Stefano, 6 km.
Sono arrivato in quel paese passando sotto una superstrada percorsa da camion, ho trovato gente chiassosa, macchine e motorini, cattivo odore, cioè odore di città…. Mi sono lasciato il tutto alle spalle, cercavo un prato per mettere la tenda, ma tutti i prati erano privati, recintati, ho chiesto ad un anziano in un parco dove poter andare, e questo sant’uomo ha detto una parola magica: CERBAIOLO.
Finito il paese si sale verso un colle, curva a sinistra e poi discesa, a metà un cartello indica: CERBAIOLO.
Salgo lungo una strada sterrata, ad ogni curva mi aspetto di vedere l’Agriturismo, il B&B, la Pensione, l’affittacamere….. niente, dopo la curva un’altra salita e niente, il sudore e la stanchezza stanno per sopraffarmi, continuo a camminare ormai al limite delle mie possibilità con la disperazione che avevo già provato la sera prima di arrivare al Rifugio Battisti, non so quale strana energia sia subentrata in me, sta di fatto che, improvvisamente una croce, una scritta: EREMO DI CERBAIOLO.
Sollevo lo sguardo incredulo……
Arroccato, si, arroccato significa costruito nella roccia, sulla roccia, fra la roccia, in una magica atmosfera… l’Eremo.
Assopita, di fronte ad uno spazio infinito, in un principio di tramonto, nella sacra pace, circondata da morbidi ed affettuosi gattini, una bellissima persona: Chiara.
Mi presento a lei con queste frasi: -sono felice, sono felice, sono felice-
Siedo, osservo la grandiosità del panorama, il lago artificiale ma bellissimo in cui e da cui transita il Tevere, riposo qualche istante e poi, accompagnato dalla mia ospite entro nell’Eremo, prendo possesso di una cella, mi lavo, scendo a cenare ed improvvisamente scorgo Bamby, un Allocco che vive in cucina, sullo scurino della finestra, sì signori, un Allocco vero e vegeto che ad una certa ora, stimolato da Chiara, dopo aver effettuato parecchie prove, spicca il volo e va a mangiare la carne cruda che la sua benefattrice ha posto su un mobile, mangia e poi, dopo altrettante misure o non saprei come definirle, riprende lo slancio per posizionarsi verso le travi dove la luce non può turbarlo.
Chiara ed io restiamo per tutto questo tempo, in silenzio, ad osservarlo.
Io ho sentito, fra questi due esseri, una comunione incredibile, sono due entità che si conoscono, si rispettano, si amano, sono dipendenti l’una dall’altro, senza interferenze, con il rispetto e la giusta considerazione, senza prevaricazioni né imposizioni, nella serena armonia che la natura ci ha dato.
Io lascerò qui uno dei tre sassi che ho portato con me, qui fra queste mura dell’anno 706 e che pertanto hanno compiuto 1300 anni, qui ho pregato per me e per tutti i miei cari con una devozione intensa.
28 maggio

Sveglia da Eremo, colazione abbondantissima, e dopo i saluti a Chiara, con molta emozione lascio questo posto magico, dimentico il mio cucchiaio, un motivo in più per tornare, assolutamente!
Salgo al passo Viamaggio, prendo un caffè al bar e continuo a camminare, tratta molto lunga, 34 km, senza trovare un paese, per fortuna visto il caldo, la maggior parte del percorso è nei boschi, ma è un continuo saliscendi.
Verso mezzogiorno trovo due operai al rifugio della forestale, mangio con loro e accetto volentieri il caffè che mi offrono, li fotografo e mi faccio dire anche il loro nome per scriverlo qui, Stefano e Arnaldo, belle persone, gentili e affettuosi, come tutti quelli che incontro
Sono arrivato a Baida Prataglia convinto che un così bel nome appartenesse ad un antico paese, invece appartiene ad un passo, nient’altro che un passo.
Scendo allora per trovare qualcosa di utile…. e lo trovo, una casa disabitata, in buono stato, con addirittura una rete, anche se non c’è il materasso io ho il sacco a pelo, perfetta!!!
Mi faccio il fuoco, mangio una busta di risotto al tartufo per due, poi una busta di risotto agli asparagi per due, poi un buon caffè ed eccomi qui a raccontare la giornata.
Oggi camminando ho avuto mille pensieri, cose che ora non ricordo ma che sarebbe stato molto bello poterle scrivere, bisogna che appena ho un pensiero bello lo trascriva da qualche parte.
Oggi sono 20 giorni che cammino, un bilancio?
Sto benissimo, il peso dello zaino ormai è parte di me, mi accorgo di averlo solo durante le ascese impegnative, vado in quei momenti pianissimo, ma non mi fermo.
Ce la faccio, si, sono certo anche perché le notizie che mi arrivano sono molto buone, il giornale della mia regione si sta interessando a me, questo mi da una grandissima soddisfazione.
Senza i miei sud, questo significa che sono sicuramente a metà percorso, avrò uno zaino molto più leggero ed avrò alle spalle tanta, tanta strada già fatta.ponsor tuttavia non sarei così certo di farcela, ho materiale di altissima qualità, devo ringraziare tutti, veramente, anche il CAI di Chiavari che mi ha elaborato delle tappe perfette.
Sono in Umbria e ci rimarrò per sei giorni e poi, finalmente entrerò in Abruzzo, per me Barrea è una tappa importantissima, sia per la manifestazione di ADMO, che per un motivo psicologico, dopo l’Abruzzo entro decisamente nel sud.

mercoledì 28 luglio 2010

Conte Manfredi di Montedoglio

Si narra che durante una delle celebri feste che i conti di Montedoglio tenevano nel loro castello di Badia Tedalda, il giovane conte Manfredi di Montedoglio conobbe Rosalba, figlia del signore e podestà di Colcellalto, e se ne innamorò perdutamente. Ma la famiglia del giovane ostacolava in ogni modo questa unione. Tuttavia sempre più frequenti erano le visite del conte a Badia Tedalda per rendere omaggio alla sua bella. Fu durante una sera di luna piena, mentre i due stavano al balcone a scambiarsi tenere frasi d´amore, che Rosalba svelò al giovane il segreto dell´Alpe della Luna. La fanciulla disse al conte: "Vedete, Messere, se, quando la Luna sembra appoggiata all´Alpe, uno potesse toccarla tutti i suoi desideri sarebbero esauditi. Inoltre si narra che sull´Alpe siano nascosti immensi tesori, ma che nessuno sia mai riuscito a scovarli. L´Alpe appartiene infatti alla Luna e lei uccide chiunque osi avvicinarsi per trafugare i suoi tesori". Vorremmo precisare a questo punto che secondo la tradizione i rapinatori dei viandanti e delle diligenze che da Sansepolcro attraversavano la via della Romagna, della vicina Umbria o il passo di Bocca Trabaria, nascondevano la refurtiva proprio nei boschi dell´Alpe e uccidevano quanti osavano avvicinarsi ai loro nascondigli. Rosalia tanto parlò al suo innamorato dei tesori dell´Alpe della Luna, che il giovane decise di andare sull´Alpe per toccare la Luna e impossessarsi delle sue ricchezze, in modo che poi nessuno avrebbe più potuto opporsi al loro matrimonio. La fanciulla non ebbe alcun dubbio, avrebbe seguito ovunque l´amato e lo avrebbe accompagnato anche sull´Alpe della Luna... I due innamorati, sellati i cavalli, partirono insieme, ma mai più ritornarono. Da allora carbonai, boscaioli e quanti abitavano in prossimità dell´Alpe raccontano che in certe notti di luna piena hanno udito il passaggio di due cavalli al galoppo e hanno visto due giovani con le mani protese in alto nel disperato tentativo di toccare la Luna.

mercoledì 21 luglio 2010

SONO PRONTO A PARTIRE


La Verna

Ho ricevuto la descrizione del Sentiero G.E.A. da parte di Gianfranco Bracci, non porterò con me alcuna cartina, la descrizione ed i miei ricordi saranno sufficienti a indirizzarmi verso casa.
Ho sempre preferito allontanarmi dalla mia abitazione per poi raggiungerla con i miei mezzi, come l'istinto di un piccione viaggiatore... sempre meglio questo paragone a quello di un cane, non che non ami i cani, anzi, li adoro!

Partirò da Bocca Trabaria e andrò verso nord/ovest, la prima tappa sarà l'Eremo di Cerbaiolo, dove mi sono fermato nel 2008 durante il mio viaggio verso il sud, tre mesi fantastici attraverso l'Italia poco conosciuta, lontana dagli Happy Hours, dai villaggi turistici, dalle gelaterie affollate, dalle spiagge, con intorno a me una natura selvaggia e sincera, persone semplici e buone.

All'eremo di Cerbaiolo ritroverò suor Chiara e forse riuscirò a recuperare il cucchiaio, ricordo di mia mamma, che ho dimenticato in cucina.

Casaglia, passo Muraglione, S. Pellegrino in Alpe, il monte Prado, il monte Libro Aperto, Passo Pradarena, Rifugio Battisti, Pracchia.... tutti nomi a me noti tutti sentieri che ho già percorso, io non amo ripetere ciò che faccio ma questa volta è diverso, sento di volerlo fare, ho dei bellissimi ricordi, era la prima volta che facevo un viaggio quasi impossibile.

Ero partito il 7 maggio dal Passo dei Casoni (AVML) e in tre mesi bellissimi ero arrivato ad Erice, il 7 agosto.

Questa volta sarà con lo spirito critico del viaggiatore "esperto" che percorrerò la G.E.A., devo verificare se, come scrive Gianfranco, tutto è perfettamente in ordine, tutto ancora coincide con il progetto originario e quando tornerò con gli appunti, le conferme e le eventuali correzioni, un nuovo libro illustrerà a chi vorrà percorrere la G.E.A. il sentiero sicuro, ben descritto e pieno di notizie e consigli per attraversare questa parte d'Italia ricca di antiche testimonianze, lontana dal rumore, dalla insensata ricerca del nulla, verso la vera dimensione dell'essere umano.

sabato 17 luglio 2010

GIANFRANCO BRACCI

Tutto quello che ho scritto finora sono solo notizie ricavate da internet, il percorso, quello che è stato creato, la vera G.E.A., sarà in mio possesso a breve:

Nei primi anni Ottanta Gianfranco, insieme ad Alfonso Bietolini, progetta la GEA (Grande Escursione Appenninica) per conto del CAI e della Regione Toscana.

Negli anni successivi, insieme ad altri esperti nazionali inventa il Sentiero Italia. Negli anni Novanta progetta il "Dolce Campagna Antiche Mura" per conto di alcuni comuni delle tre Province di Siena-Pisa e Firenze e fa parte del team di progettisti del Progetto Esecutivo Chianti. Nel nuovo secolo progetta, insieme a Giuseppe D'Eugenio, l'Anello del Rinascimento (primo trekking intorno alla città di Firenze), il Bologna-Firenze e la via Etrusca dei due Mari.

......da un Articolo di Marco Lapi uscito su "Toscana Qui"

Montagne di Toscana. Sono tante e per tutti i gusti. Certo, non raggiungono le quote delle Alpi ma talvolta ne hanno l’aspetto e anche il nome. Come le Apuane, le nostre piccole Dolomiti con vista sul mare, cime di nemmeno duemila metri che sanno soddisfare anche i rocciatori più esigenti. Chi ama passeggiate più tranquille, invece, non ha che l’imbarazzo della scelta: chilometri e chilometri di crinale appenninico cui fanno capo centinaia di sentieri. Proprio lungo questa dorsale, ormai quasi venti anni fa, Gianfranco Bracci e Alfonso Bietolini idearono la Grande Escursione Appenninica (Gea), uno dei primi «Grandi itinerari» per la gioia degli appassionati di trekking, 400 chilometri suddivisi in 25 tappe dal valico umbro-marchigiano di Bocca Trabaria a quello ligure-tosco-emiliano del Passo dei Due Santi. Poco dopo, tra Apuane e Appennino si sviluppò il Garfagnana Trekking e ancora oggi questi due percorsi sono i più interessanti tra i tanti che in seguito sono stati realizzati nelle altre zone montane o collinari della regione. La Gea, inoltre, è entrata a far parte del «Sentiero Italia» (che attraversa tutta la penisola) e dell"itinerario europeo E1".



giovedì 15 luglio 2010

PROGRAMMAZIONE

SENTIERO G.E.A.
Km 375
Da Bocca Trabaria a Passo Due Santi






Partenza da Chiavari ore 07,32 treno per Arezzo.

Arrivo Arezzo ore 11,30

Bus SITA ore 14,15 fino a Sansepolcro

Bus BASCHETTI ore 15,15 fino a Bocca Trabaria
Bus Baschetti solo di lunedì o venerdì


Bocca Trabaria (1049 m.s.l.m.)

Questo tratto inizia dalla S.S.73 bis a Bocca Trabaria (1049 m.s.l.m.) e, seguendo il percorso G.E.A che si mantiene quasi sempre sul crinale e sul confine della provincia, entra nel territorio comunale di Badia Tedalda per giungere, poco dopo, a Monte Maggiore (1384 m.s.l.m.) dove si innesta, a destra, il sent.5 che scende verso Monterano. L'itinerario prosegue sul crinale percorrendo il costone superiore della "Ripa della Luna" dove vistosi fenomeni erosivi hanno dato origine, in tempi geologici passati, ad uno spettacolare affioramento sub-verticale della Formazione Marnoso-Arenacea che sovrasta la Valle del Presale: da qui è possibile ammirare lo splendido panorama offerto dalla Val Marecchia e dall'Appennino Umbro-Marchigiano-Romagnolo. Continuando a salire poco più avanti si giunge al Monte dei Frati (1453 m.s.l.m.) sommità dell'Alpe della Luna, da dove, iniziando la discesa sempre tra boschi secolari di faggio ceduo, si incontra dopo circa 500 Mt. sulla destra il sent.19 che porta, transitando dalla Fonte dei Caproni e da Monteviale, fino a Badia Tedalda. Si continua a scendere, seguendo il crinale tra faggi e piccole radure erbose, fin sotto il Poggio delle Coste ove si incontra una carrareccia; proseguendo a destra lungo l'itinerario G.E.A. si incontra, sotto Poggio dei Piani, il sent. 1 per Badia Tedalda. Si prosegue lungo la carrareccia per abbandonarla poco dopo e per salire verso destra dove, percorrendo un sentiero di crinale tra faggete e prati, si giunge a Monte Verde (1197 m.s.l.m.); proseguendo lungo un sentiero tortuoso ed in discesa, si raggiunge il Passo di Viamaggio (983 m.s.l.m.) uscendo a fianco della chiesina prossima all'albergo sulla S.P. N.258 Marecchiese.
Si continua fino all’ Eremo di Cerbaiolo dove si può essere ospitati nell’antico convento gestito da suor Chiara

Questa è la sequenza:

Bocca di Trabaria
Poggio del Romito
Poggio Pratin del Bravo
Poggio I Tre Termini
Passo delle Vacche
Monte Sodo Pulito
Poggio Alto
Scocco di Bucine
Bivio Sentiero Cai 15
Bivio Sentiero Italia
Coste di Monte Cucco
Strada Forestale segnavia Cai 6
Pian delle Capanne
Poggio della Chiocchetta
Il Bastione
Pian di Mancia
Bivio 00
Passo dello Spugnolo
Bivio strada Forestale
Monte Verde
Bivio per Viamaggio
Passo di Viamaggio
Coste di Montalto
Stazzano
Eremo di Cerbaiolo

Secondo la tabella si dovrebbe fare in 7/8 ore

I giorni seguenti seguirò le indicazioni tratte dal link qui sotto riportato:





In circa 20 giorni dovrei arrivare al Passo Due Santi.