martedì 31 agosto 2010

DA PASSO DI PRADARENA A LAGO SANTO PARMENSE


LAGO SANTO PARMENSE


Copio fedelemente la Guida GEA:

" Si attraversa quindi la strada che collega Ligonchio (RE) con Sillano (LU), per prendere uno stradello che, scendendo leggermente, conduce al Passo di Cavorsella (1511 m). Lo si abbandona per proseguire sulla sinistra verso il Monte Ischia (1727 m), che si aggira, e il Monte Scalocchi (1726 m).
Sul versante toscano il panorama è dominato ad ovest dalle profonde ed incassate valli trasversali del fiume Serchio di Sillano e dei suoi affluenti, a nord dalla valle di Belfiore sul cui fondo scorre il torrente Riarbero.
Il sentiero prosegue mantenendosi in quota, in direzione della Cima Belfiore (1810 m) che si aggira sulla destra e per il Monte La Nuda (1895 m). Anche da questo ennesimo balcone naturale nelle giornate più limpide si può spaziare dalle Alpi al lontano Monte Amiata. Dal Monte La Nuda si scende ripidamente per il bellissimo e selvaggio Vallone dell'Inferno fino alla strada che collega il Passo del Cerreto (1261 m), raggiungibile sulla sinistra, con la località Cerreto Laghi, sede di un antico ospitale di cui non esistono più tracce.


La partenza dal Cerreto avviene sempre con un poco di reticenza, lascio la civiltà per tornare verso la solitudine e la fatica... ma appena inserito nella bellezza e grandiosità delle montagne, passa tutta la voglia di "benessere" per tornare felicemente alle privazioni ed al rumore dei propri pensieri.
Salgo verso l'Alpe Succiso che tengo sulla destra attraversando il passo di Pietratagliata, scendo nella valle dei Ghiaccioni fra l'Alpe Succiso ed il monte Alto. il lago di Monteacuto mi fa da ingresso al magnifico rifugio Cai Città di Sarzana.
Un susseguirsi di laghi, Paduli, Squincio, Scuro, Verdarolo e tanti altri minori mi conducono alla stazione sciistica di Prato Spilla.

Davanti all'Hotel Prato Spilla salgo lungo la pista, tenendo la destra e poco più in alto prendo la pista Canalino, sono sul sentiero Cai705.
Dopo il piccolo lago Martini, finalmente, torno al sentiero di crinale, il magnifico sentiero 00.
Tutto in crinale su montagne nude attraverso il Bragalata (1835), Sillara (1861), Nagutto (1780), Paitino (1815), Matto (1837), Brusà (1796), Aquila (1780)... lette così sembrerebbe facile ma è un continuo saliscendi a volte nella nebbia poi finalmente il sole mi accompagna fino al lago Santo Parmense dove trovo il mondo.
Centinaia di persone che salgono verso il Marmagna, che cercano funghi, attorno ad un rifugio bellissimo:
Il Rifugio Mariotti.
Non esiste la possibilità di parlare con i gestori, si accavallano i turni per mangiare, entrano ed escono persone per ordinare panini, bibite...
Resto in disparte ad asciugare le scarpe fino alle 18.
La seggiovia termina il servizio e la gente piano piano se ne va, entro nel rifugio e Michela mi accompagna alla camera, scendo e finalmente parlo con Marcello che mi aggiorna sul percorso di domani.
A cena mangiamo tutti insieme e qui conosco anche Marzia, la ex titolare, ora il rifugio lo gestiscono Michela e Marcello, è una vera donna di montagna, definire un essere umano "di montagna", per me, significa trovarsi a parlare con una persona che dice le tue stesse frasi, pensa ed agisce come te, plasmato dalla durezza della montagna, persone originali, una diversa dall'altra ma intimamente simili, come fratelli.

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